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Il futuro della ricerca online: come intercettare nuovi clienti nell’era dell’AI

Il futuro della ricerca online nell’era dell’AI

La ricerca online sta vivendo un’evoluzione profonda, spinta dall’intelligenza artificiale, dalla ricerca vocale e dalle risposte generate direttamente all’interno delle piattaforme. Oggi, i clienti non si limitano a digitare una query su Google: utilizzano assistenti vocali, consultano sintesi AI e interagiscono con contenuti nativi senza neppure visitare un sito web. Questo cambiamento ridefinisce le regole del gioco, mettendo in discussione il concetto stesso di visibilità digitale.

In questo scenario in continua trasformazione, AM Partners affianca le aziende nella creazione di strategie mirate che uniscono SEO, content marketing e sviluppo di siti web responsive. L’obiettivo è garantire che i contenuti non solo raggiungano le prime posizioni nei risultati di ricerca, ma siano anche strutturati e presentati in modo da intercettare l’attenzione dei clienti in ogni fase del loro percorso decisionale, anche quando questo avviene al di fuori dei canali tradizionali. Essere trovati è importante, ma essere scelti è ciò che fa la differenza.

Perché il posizionamento non basta più

Essere in cima ai risultati di ricerca non garantisce più la stessa visibilità di un tempo. L’avvento delle sintesi generate dall’intelligenza artificiale, degli assistenti vocali e delle risposte direttamente incorporate nelle piattaforme ha introdotto nuovi filtri tra l’utente e il sito web. Anche un contenuto ben posizionato può rimanere invisibile se non è strutturato per essere interpretato correttamente dai sistemi AI.

Questi modelli, infatti, tendono a privilegiare risposte concise, chiare e facilmente leggibili, spesso sotto forma di frasi brevi, tabelle o elenchi. Solo una piccola parte delle citazioni AI si basa su keyword esatte: il contesto e la chiarezza diventano quindi più rilevanti della semplice ripetizione di termini.

Per mantenere la propria presenza digitale, è fondamentale creare contenuti che rispondano in modo diretto alle domande, offrendo informazioni organizzate e pronte per essere comprese non solo dai motori di ricerca tradizionali, ma anche dai modelli di linguaggio avanzati. In questo nuovo ecosistema, visibilità significa farsi trovare e comprendere in ogni ambiente in cui gli utenti cercano risposte.

Il futuro della ricerca online e le conversioni invisibili: come intercettarle

Molte azioni di alto valore avvengono al di fuori dei canali che le metriche tradizionali riescono a tracciare. Telefonate, messaggi, conversazioni dirette e interazioni offline spesso restano invisibili nei report, pur avendo un impatto decisivo sulle decisioni d’acquisto. Questo fenomeno è particolarmente rilevante nei settori B2B e nei servizi, dove il contatto umano rimane un elemento centrale.

Affidarsi unicamente a clic e visualizzazioni di pagina può fornire un quadro parziale della reale efficacia delle attività di marketing. Per ottenere una visione più completa, è necessario integrare strumenti e processi che permettano di rilevare anche questi touchpoint “nascosti”.

Alcune strategie utili includono:

  • monitorare le chiamate in entrata tramite sistemi di call tracking
  • tracciare richieste e prenotazioni provenienti da form o chat integrate
  • analizzare i messaggi ricevuti su canali social e piattaforme di recensione
  • collegare le interazioni offline a fonti di traffico online attraverso codici o link dedicati

Solo includendo queste informazioni nei modelli di analisi sarà possibile attribuire correttamente le conversioni e ottimizzare le campagne in base a dati realmente rappresentativi del comportamento degli utenti.

Ascoltare i clienti per ottimizzare il messaggio

Molti dati preziosi sul comportamento e sulle esigenze dei clienti restano inutilizzati. Le conversazioni telefoniche, le chat di supporto e i log delle richieste contengono un patrimonio di informazioni che può trasformare la strategia di comunicazione e marketing. In questi canali, infatti, emerge il linguaggio reale che i buyer utilizzano, spesso diverso da quello immaginato nei piani editoriali.

Analizzare queste interazioni consente di individuare parole chiave, espressioni e argomenti che possono migliorare la pertinenza dei contenuti, sia in ottica SEO sia nella comunicazione complessiva. Integrare il vocabolario autentico dei clienti nei titoli, nei testi delle landing page e nelle campagne pubblicitarie aumenta la capacità di attrarre un pubblico realmente interessato.

Questo approccio basato sull’evidenza riduce le supposizioni e permette di concentrarsi su ciò che conta davvero per chi sta cercando un prodotto o un servizio. Il risultato è un messaggio più chiaro, più vicino alle aspettative del target e capace di guidare le persone lungo il percorso decisionale, migliorando la qualità delle interazioni e, di conseguenza, le conversioni generate.

Allineare la paid search con gli altri canali

Il percorso di ricerca e acquisto degli utenti è sempre meno lineare. Una stessa sessione può includere passaggi tra risultati organici, annunci a pagamento e suggerimenti generati dall’intelligenza artificiale. Per questo, le campagne di paid search funzionano meglio quando sono integrate in una strategia che mantiene coerenza di linguaggio, tono e proposta di valore in ogni punto di contatto.

Gli annunci dovrebbero riflettere le reali preoccupazioni e motivazioni dei clienti, attingendo da fonti dirette come trascrizioni di chiamate, messaggi o conversazioni sui social. Allo stesso modo, le landing page collegate agli annunci devono essere progettate in base alla fase del buyer journey, offrendo contenuti mirati e call to action pertinenti.

È importante anche rivedere l’esperienza post-click: un annuncio efficace perde valore se il passaggio alla pagina di destinazione non risponde alle aspettative create.

Coordinare paid, SEO e canali di contenuto permette di rafforzare il messaggio complessivo, aumentare la fiducia e migliorare i tassi di conversione, indipendentemente dal canale in cui avviene il primo contatto con il brand.

Ripensare l’attribuzione per decisioni più accurate, è questo il futuro della ricerca online

I modelli di attribuzione tradizionali si basano ancora sull’idea che la conversione avvenga in un’unica sessione e su un solo dispositivo. Nella realtà, il percorso dell’utente è spesso frammentato: una persona può scoprire un brand in un risultato AI su desktop, condividere il link su una chat aziendale e completare l’azione chiamando dal proprio smartphone giorni dopo.

Affidarsi esclusivamente al last-click attribution rischia di fornire una visione distorta, portando a decisioni di ottimizzazione non basate sull’intero processo di interazione. Per ottenere dati più completi, è necessario adottare modelli che tengano conto delle interazioni multi-touch, cross-device e anche offline.

Questo approccio consente di valutare correttamente il peso di ogni canale e di identificare quali punti di contatto contribuiscono realmente alla conversione. Includere segnali provenienti da telefonate, visite in sede o interazioni dirette aiuta a definire una strategia più precisa e allineata al comportamento reale dei clienti.

Rivedere i modelli di attribuzione significa, in definitiva, prendere decisioni di marketing più consapevoli e investire nei canali che generano il maggior valore complessivo.

Ottimizzare per le persone, non solo per i motori di ricerca

La trasformazione della ricerca online, accelerata dall’intelligenza artificiale e dai nuovi comportamenti degli utenti, richiede un approccio strategico che vada oltre il semplice posizionamento nelle SERP. Essere visibili oggi significa adattarsi a un ecosistema in cui le informazioni vengono filtrate, sintetizzate e distribuite su più canali, spesso senza passare dal sito web.

Monitorare metriche complete, includere touchpoint invisibili, analizzare il linguaggio autentico dei clienti e mantenere coerenza tra paid, SEO e contenuti organici sono passaggi chiave per mantenere la rilevanza. Allo stesso modo, rivedere i modelli di attribuzione consente di prendere decisioni basate su dati realmente rappresentativi del percorso d’acquisto.

AM Partners supporta le aziende in questo scenario in evoluzione, aiutandole a trasformare le sfide in opportunità di crescita. Grazie a competenze integrate in SEO, content marketing, sviluppo web e gestione multicanale, l’agenzia offre soluzioni mirate per intercettare i clienti di oggi e di domani, ottimizzando ogni interazione per massimizzare il valore complessivo generato.

Domande frequenti sul futuro della ricerca online nell’era dell’AI

1. Come cambia la SEO con l’intelligenza artificiale nei motori di ricerca?

L’AI introduce sintesi e risposte dirette che possono ridurre i clic verso i siti web. La SEO deve puntare su contenuti chiari, strutturati e ottimizzati per essere compresi sia dai motori di ricerca tradizionali sia dai modelli di linguaggio.

2. Essere ai primi posti su Google garantisce ancora visibilità?

Non sempre. AI summaries, ricerca vocale e piattaforme native possono intercettare l’utente prima che visiti il sito, rendendo fondamentale la formattazione e la chiarezza del contenuto.

3. Come posso tracciare le conversioni invisibili?

Utilizzando call tracking, monitoraggio delle chat, analisi delle interazioni social e collegando attività offline a fonti di traffico online con codici o link dedicati.

4. Perché rivedere i modelli di attribuzione è importante?

Perché il percorso di acquisto è multi-touch e cross-device. Modelli avanzati permettono di capire quali canali e interazioni generano realmente valore e conversioni.

A cura di AM Partners – Agenzia di comunicazione specializzata in SEO, content marketing e sviluppo di siti web responsive.

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